Ecco il testo.
Il 20 Settembre, Sofia Loren ha compiuto 90 anni.
La ricorrenza è stata giustamente celebrata dai media.
Tributo pienamente meritato per la donna che nel 1960 vinse l’Oscar, e che nel corso della sua carriera ha lavorato con i più grandi attori di Hollywood.
Peccato che nessuno abbia chiesto alla Loren di Miseria e Nobiltà, un film che pochi mesi fa ha festeggiato i suoi 70 anni di vita.
All’epoca, nel ruolo della ballerina Gemma, la Loren aveva solo 20 anni, anche se aveva già all’attivo una ventina di film, molti dei quali interpretati con il nome di Sofia Lazzaro.
La premessa su Sofia Loren, esempio di eleganza ma anche di sobrietà, mi serve per accendere un faro su quello che, personalmente, considero il capolavoro di Totò: Miseria e Nobiltà.
Girato nel 1954, con la regia di Mario Mattoli, il film è tratto da una opera teatrale di Eduardo Scarpetta, il padre di Eduardo e Peppino De Flippo.
E’ una storia esilarante, ambientata nel 1890 ma paradossalmente ancora attuale, dove la miseria mantiene sempre un profilo dignitoso, mentre la nobiltà si dimostra ancora una volta avida e arrogante.
Ma definirlo un film comico è riduttivo.
Miseria e Nobiltà è molto di più: l’incontro tra due mondi lontanissimi, eppure accomunati dalla ricerca della felicità.
Quella felicità che per qualcuno equivale a un pasto quotidiano, mentre per qualcun altro è omaggiare fino alla genuflessione i nobili.
La povertà non strappa mai il buon umore ai protagonisti, lo scrivano Felice Sciocciamocca, interpretato da un Totò ai suoi massimi livelli e al fotografo ambulante Pasquale, ruolo affidato all’ottima spalla Enzo Turco.
Il racconto si dipana tra digiuni forzati, visite quotidiane al banco dei pegni nel tentativo di racimolare qualche soldo per la spesa e furibondi litigi tra le due donne di casa: la moglie di Pasquale e la compagna di Felice.
Quando la nobiltà bussa alla porta della miseria, i due mondi si confondono a tal punto che non si capisce più chi siano i nobili e chi siano i miserabili.
Alla fine tutti sono costretti a togliersi la maschera e nessuno dei protagonisti ne esce a testa alta.
Miseria e Nobiltà, oltre a una lunga serie di scenette e battute iconiche, offre uno spaccato di umanità tale che verrebbe quasi voglia di entrare nello schermo per calarsi nel contesto della storia.
Personalmente, avendolo disponibile gratuitamente su Raiplay, ogni tanto me lo riguardo, cogliendo ogni volta nuove sfumature.
Concludo dicendo che con Miseria e Nobiltà si ride fino alle lacrime ma, soprattutto, ci si interroga sui veri valori della vita.
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