Ha vinto il calcio

Ha vinto il calcio. Il calcio propositivo e organizzato. Il calcio dove è il singolo a mettersi a disposizione del collettivo e non viceversa.

Il calcio che non fa della vittoria una questione di vita o di morte. Il calcio che festeggia i successi con sobrietà e compostezza. Niente esultanze fuori dalle righe e niente disordini e incidenti nelle strade.

Ha vinto il calcio che crede nei giovani e, quindi, nel futuro. Il calcio che non ha paura di confrontarsi a viso aperto: testa alta e difesa altissima. A costo di farsi infilare da Higuain e Palacio.

Ha vinto il calcio di Manuel Neuer, portiere unico e irripetibile. Piedi da centrocampista e disinvoltura al limite della sfrontatezza.

Ha vinto il calcio di Mats Hummels, un Jurgen Kohler dai piedi educati.

Ha vinto il calcio di Bastian Schweinsteiger, uno dei centrocampisti più completi di sempre. Puoi anche picchiarlo per 120 minuti: lui si rialzerà sempre. Più forte di prima.

Ha vinto il calcio di Miro Klose, un esempio per tutti gli attaccanti che pensano di essere arrivati dopo una rete segnata in amichevole.

Ha vinto il calcio di Thomas Müller, incarnazione del football totale. Lo spocchioso Maradona, che umiliò pubblicamente il tedesco 4 anni fa scambiandolo per un raccattapalle, adesso avrà imparato a conoscerlo.

Ha vinto il calcio di Philip Lahm, restituito a furor di popolo al suo ruolo naturale, alla faccia di Guardiola e di tutti quegli allenatori che, pur di compiacere il proprio ego, perdono di vista la logica.

Anche se ha perso la partita più importante della sua carriera, per noi ha vinto anche  Messi. E chi se ne frega se, a differenza di Maradona, Lionel non ha mai alzato al cielo una Coppa del Mondo. La grandezza di Messi – lo dicono i numeri – non ha bisogno di ulteriori attestati e certificazioni. E poi, la sua Argentina era, oggettivamente, una squadra dozzinale.

Nel nostro piccolo, ha vinto anche questo blog. Non è da tutti prevedere, con largo anticipo, le due finaliste e la vincente del torneo.

Due parole a parte per la meraviglia di Mario Gotze. Stop di petto e sinistro al volo: per Romero è quasi effetto Giulietta. Due parole a parte anche per la dedica di Gotze: per Marco Reus, fermato da un infortunio ad un passo dal Mondiale. Questi sono campioni. Questi sono uomini. Mentre noi ci becchiamo Balotelli e Cassano.

P. s: affidare la finale del Mondiale a Rizzoli (voto 3, anche al bombardamento mediatico) è come andare a lezioni di italiano da Lapo Elkann.

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