La non notizia del giorno.

italia-sveziaLa notizia del giorno, per alcuni, è: Italia fuori dai Mondiali. Ma che notizia è? Masticando un po’ di calcio, mi sarei meravigliato del contrario. Forse qualcuno non ha ancora capito che il calcio italiano è morto nel 2006, dopo il grande inganno di Calciopoli. L’ultimo acuto è stato il titolo iridato ottenuto appunto undici anni fa. Poi il nulla assoluto. Il nostro football è ormai scaduto a livelli da calcio amatoriale. Basta guardare qualche partita di campionato per rendersene conto. La colpa non è – come molti sostengono – del numero spropositato di stranieri presenti nelle squadre di Serie A. Ma della diffusa mediocrità dei calciatori italiani. Molti di loro fanno i fenomeni solo nei cortili di casa nostra, per poi sparire quando varcano i confini nazionali. Vedi il caso di Immobile, non pervenuto con Borussia Dortmund e Siviglia e oggi “miglior” attaccante in dotazione a Ventura. Quest’ultimo è ovviamente diventato il capro espiatorio del fallimento, secondo la tipica usanza italica di prendersela con il più debole. In verità, di fronte alla pochezza di certi interpreti, neppure Guardiola avrebbe saputo fare meglio. E il futuro sembra ancora meno roseo del presente. Soluzioni? Azzerare tutto. Ripartire da un tecnico straniero. Uno che sia svincolato dalle logiche spregevoli del nostro calcio. E mettere un ex calciatore, tipo Zoff e Rivera, al posto dell’impresentabile Tavecchio.

Il nuovo canto degli Acqua Fragile…

new-chantAscoltare gli Acqua Fragile è come immergersi nella vasca idromassaggio della serenità. La loro musica, preziosa come una moneta antica e carica di pathos, impiega pochi minuti per trovare un varco nelle zone più intime del cuore. Le otto tracce di “New Chant”, pur proiettate nel futuro, devono necessariamente fare i conti con un passato glorioso. E quindi ingombrante. Un passato che riaffiora dopo ben 44 anni, con una produzione dal respiro internazionale in grado di riannodare i fili di un discorso da sempre orientato verso il punto cardinale della coerenza.

Con questo lavoro gli Acqua Fragile lucidano le ali del progressive, contaminando la scena con pennellate psichedeliche d’autore. Il mantra del disco è racchiuso nella frase di Jamie Muir, ex percussionista dei King Crimson: “Non pensare a quello che la musica può fare per te. Pensa a quello che tu puoi fare per la musica”. La citazione è contenuta nel brano “Tu per lei”, unico pezzo in italiano del cd.

Gli episodi più riusciti nel disco, a mio avviso, sono la title track, una melodia struggente, introdotta e accompagnata da un arpeggio celestiale, “My forte”, un sapiente incastro di suoni e colori, “The Drowning”, una morbida cavalcata nelle immense praterie degli anni settanta, e “How Come”, caratterizzata  dal  vibrante dialogo voce-chitarra acustica. Ma tutte le canzoni del disco – peraltro definirle canzoni è riduttivo – hanno un loro perché.

In definitiva, Bernardo Lanzetti, Franz Dondi e Piero Canavera tornano alla ribalta con un disco che intriga e commuove. E, dopo averlo ascoltato un paio di volte, viene voglia di spargere nell’aria coriandoli di gioia.

Il vero giornalista

giornaliLa qualità della scrittura è importante, ma per valutare il lavoro di un giornalista serve ben altro. Ecco i 5 parametri fondamentali per riconoscere un vero giornalista.

1) Il vero giornalista non antepone la propria carriera alla ricerca della verità.

2) Il vero giornalista racconta la realtà nuda e cruda, dando la giusta rilevanza alle notizie.

3) Il vero giornalista non frequenta i salotti del potere.

4) Il vero giornalista ha un grande senso della giustizia e una coerenza a prova di bomba.

5) Il vero giornalista non può che essere seduto sui banchi dell’opposizione, a tutela delle fasce più deboli. A meno che il Governo non faccia cose oggettivamente condivisibili (negli ultimi 40 anni non è mai accaduto).

Cucine da Incubo

cannaAvete presente “Cucine da Incubo” con Antonino Schwarzenegger Cannavacciuolo? Il copione è sempre lo stesso.
C’è un ristorante che ha meno appeal di Zanda e Rosato e uno chef che, al confronto, Benedetta Parodi sembra Gordon Ramsay. Le pietanze che escono dalla cucina spaventerebbero anche Adinolfi e Galeazzi a digiuno da ventiquattro ore, infatti i clienti scappano a gambe levate neanche avessero visto Gozi e Nardella. Così, al proprietario, disperato, non restano che due opzioni: vendere a Mino Raiola oppure telefonare ad Antonino Schwarzenegger Cannavacciuolo. Buona la seconda. Così Cannavacciuolo arriva nel locale, sponsorizzato dalla barba ai piedi e, dopo essere sopravvissuto agli assaggi, comincia a distribuire pacche come se piovesse. Minacciato fisicamente, lo staff si rimbocca le maniche e, nel giro di tre giorni, il ristorante, da bettola diventa un tre stelle Michelin. Salvo chiudere per fallimento il giorno dopo la partenza di Cannavacciuolo. 
Adios. Al ristorante.

Vi presento il mio nuovo libro…

copertina-asteriscoIl segreto dell’asterisco è il mio 19° libro, il terzo completamente autoprodotto. Si tratta di un thriller atipico, ambientato a Demerito Country, luogo immaginario ma non troppo. Neil Corsivo, scrittore di nicchia, sparisce all’improvviso lasciando dietro di sé una lunga scia di dubbi e interrogativi. Le indagini, affidate al discutibile Commissario Lombrico, appaiono subito problematiche. La domanda che rimbalza nell’aria è: Neil Corsivo è scomparso volontariamente oppure è stato ucciso? La risposta, dopo innumerevoli colpi di scena e un’insolita galleria di personaggi, arriverà nelle ultime pagine.

Il segreto dell’asterisco, 128 pagine, 13 euro.

Per richiederlo manda una mail a renato@renatolamonica.com

copertina-cdAi primi di Giugno sarà disponibile anche il mio primo cd di poesie. Venti liriche, alcune inedite, recitate dal sottoscritto.

 

Da Ferrara a Rotterdam…

 
spal-festa

Due eventi significativi hanno caratterizzato il weekend calcistico. La Spal torna in Serie A dopo 49 anni e la notizia non può che fare piacere a chi ha sempre ammirato la figura di Paolo Mazza, figura storica del calcio italiano e uomo simbolo della società ferrarese, di cui stato allenatore, direttore sportivo e presidente. L’ultima stagione della Spal nella massima serie risale al lontanissimo 1967-68, quando arrivò quattordicesima nel torneo allora a sedici squadre. Era la Spal di Reja, Bozzao, Massei e Brenna, giocatore più prolifico di quel campionato con 7 reti.
kuytIl Feyenoord, la prima squadra olandese ad alzare al cielo la Coppa dei Campioni, torna a vincere l’Eredivisie dopo 18 anni. Il sedicesimo scudetto, conquistato dopo una cavalcata irresistibile, porta soprattutto la firma di Giovanni Van Bronckhorst, ex calciatore della squadra di Rotterdam e oggi suo carismatico allenatore e Dirk Kuyt, l’ormai quasi trentasettenne capitano. E’ stato proprio Kuyt, calciatore dall’intelligenza tattica mostruosa, a segnare la tripletta che ha consentito al Feyenoord di respingere l’ultimo assalto dell’Ajax.

Un nuovo inizio…

renzieprimarieIl punto politico, speciale Primarie PD. A leggere “Repubblica”, pare che Babbeo Renzie sia tornato a Palazzo Chigi. Invece – e qui vorrei dare una notiziola a Scalfari – ha solo vinto le elezioni del suo quartierino. Un quartierino sempre meno affollato: lo dicono i numeri. 1 milione e mezzo di elettori smarriti in dieci anni e 1 milione in meno rispetto alle ultime primarie, con un crollo verticale nelle cosiddette regioni “rosse”. Il fatto che il più presentabile dei candidati sia arrivato ultimo la dice lunga sull’acume politico dei votanti, accecati dal Tg1 e incapaci di distinguere uno statista da uno sparaballe. Del resto basta dare un’occhiata all’età media degli stessi, ben oltre i sessant’anni, per comprendere che il PD sta correndo a grandi falcate verso l’estinzione. Chissà cosa pensavano di votare i tanti anziani accompagnati dalle badanti? Forse il referendum tra Repubblica e Monarchia, oppure la regina (si fa per dire) del sabato sera, scegliendo tra Maria De Filippi e Milly Carlucci. Chissà, magari qualcuno avrà chiesto se tra i candidati c’era anche Berlinguer, mentre qualcun altro pensava di dire no all’invasione sovietica in Ungheria. Oltre a Repubblica, giornale che ormai fa rimpiangere “L’Unità”, l’unico a prendere sul serio il risultato è stato Babbeo Renzie. Quello che doveva ritirarsi dalla politica dopo la batosta subita al referendum. “E’ un nuovo inizio” ha detto Babbeo sputacchiando nel microfono. Io, invece, direi che siamo già ai titoli di coda.

Eroe per caso

ranieriNon c’è niente da fare. L’informazione italiana non perde mai l’occasione per dimostrare tutto il suo conformismo e la propria autoreferenzialità. Prendiamo il caso Ranieri, esonerato qualche giorno fa dal Leicester. Tutti a indignarsi per il “brutale” trattamento ricevuto dal tecnico italiano e nessuno che si sia permesso di andare a frugare nelle pieghe della vicenda. Niente analisi serie, niente valutazioni obiettive, soltanto la triste autodifesa di un eroe per caso. Si, perchè la definizione calza a pennello a Claudio Ranieri, capitato al posto giusto nel momento giusto. Per passare, appunto per caso, alla storia.

Al suo posto avrebbe potuto esserci Mandorlini, oppure Mazzarri, o magari Maran. Tutti meno Zeman, uno che non vincerebbe neppure se fosse l’unico partecipante. Nulla sarebbe cambiato. Ve lo dice uno che, la scorsa stagione, ha visto quasi tutte le partite del Leicester. Mai successo fu più assistito dalla buona sorte. Una fortuna sfacciata e irripetibile. Mai visto niente di simile da quando seguo il footbal: Vardy e Mahrez tiravano da centrocampo e centravano il sette, Huth e Morgan vincevano tutti i rimpalli, Schmeichel parava in maniera fortuita qualsiasi conclusione, respingendo con disinvoltura anche i numerosi tentativi di autogoal dei compagni, Kante recuperava anche i palloni sfuggiti ai raccattapalle, il macchinoso Ulloa entrava dalla panchina e segnava semplicemente soffiando sul pallone. Dove non arrivava la dea bendata, ecco l’esagerato dispendio fisico di tutti gli effettivi, capaci di consumare in una sola stagione tutte le energie di un’intera carriera.

Ecco, tutto questo, in uno scenario irripetibile (vedi crisi generale delle grandi tradizionali) ha permesso al Leicester di conquistare un titolo impronosticabile alla vigilia. Impresa che le “volpi” stanno, inevitabilmente, pagando in questa stagione. Sia in termini di fortuna, oggi ai minimi storici, sia in termini atletici. Vedi la pessima forma di quasi tutti i calciatori della rosa. Metteteci anche il ridimensionamento delle stelle della squadra (Vardy e Mahrez) e avrete il quadro completo del naufragio. Ampiamente previsto dal sottoscritto alla vigilia del torneo. Ditemi che ruolo ha avuto, in tutto questo, Claudio Ranieri? Nessuno. Proprio per questo è stato licenziato. Perchè i primi a fare la nostra analisi, assolutamente oggettiva, sono stati proprio i dirigenti del Leicester.