Il diritto di satira

La libertà, diceva Victor Hugo, comincia dall’ironia. Per questo rivendico il diritto di satira su tutto, religione compresa. Bisogna fermarsi solo davanti alla morte e di fronte ai più deboli: bambini, anziani, animali. Quindi tanto di cappello ai giornalisti di Charlie Hebdo, che non si sono fatti intimidire dalle minacce. Come diceva Emiliano Zapata “meglio morire in piedi che vivere in ginocchio”.

Buon 2015 ma anche no..

Auguro un 2015 scintillante a tutte le persone che mettono al primo posto la dignità ed il senso della giustizia.

Nessun augurio particolare agli indifferenti e a quelli che hanno perso la capacità di indignarsi.

Auguro un 2015 sgradevole agli egoisti, ai superficiali e ai disinformati.

Infine auguro un 2015 terrificante ai politici che hanno devastato l’Italia e a tutti coloro che non rispettano (o peggio, maltrattano) gli animali.

Amarcord (Come una rondine)

Come una rondine

Ci sono giorni in cui la malinconia schiude i suoi petali come se fosse una rosa. Il sole abbaglia i tuoi pensieri e lo schermo dell’anima non trasmette più i tuoi sogni. Nell’aria senti l’eco di un violino disperato, mentre un cocchiere distratto lascia cadere dalla diligenza del tempo le tue valigie piene di ricordi. Forse in quei momenti pensi di essere una rondine. E come una rondine vorresti volare via dalle miserie del mondo. Senza dare spiegazioni a nessuno: neanche a te stesso. Forse in quei momenti pensi di essere una rondine. E come una rondine vorresti diventare un puntino minuscolo nel cielo. Fino a renderti invisibile.

Probabilmente, riavvolgendo il nastro della tua vita, hai rivisto cose che ti hanno ferito. Probabilmente, cercando di completare il puzzle della tua esistenza, non hai trovato le tessere mancanti. Probabilmente qualcuno ha inquinato il ruscello dove scorre l’acqua dei tuoi sentimenti.

Conosco la depressione: è una stanza buia e vuota, dove i pensieri sbandano e dove ogni cosa, anche la più importante, improvvisamente sembra non contare più nulla. Non è vero che se ne vanno sempre i migliori: tu, persona profonda in un ambiente che sa sempre distinguersi per superficialità e maleducazione, sei riuscito a scansare il tunnel che conduce verso l’ignoto. Oggi, caro Gianluca, i tuoi occhi hanno una luce nuova. E, ogni volta che ti rivediamo, non possiamo fare a meno di intenerirci. In fondo, tutti noi abbiamo nell’anima una rondine che vorrebbe sfuggire alle miserie del mondo. Ma c’è sempre una ragione per vivere. E quando non c’è, dobbiamo sforzarci di trovarla.

Giugno 2007 – Tratto dal libro “La Juve nel Paese di Giralaruota”.

Amarcord (Tre volte addio)

Tre volte addio

Da oggi questo mondo, sempre più meschino, è ancora più povero. In un colpo solo, dal grande Bingo che governa il nostro destino sono usciti in rapida successione i numeri 85, 86 e 87. Se ne sono andati tre gentiluomini vecchio stampo. Tre volti rassicuranti. Tre personaggi che non abbiamo purtroppo mai conosciuto personalmente. Anche se ci sembrava di conoscerli da sempre.
Nils Liedholm, 85 anni, una vita spesa nel calcio e per il calcio, si è spento nella sua casa di Cuccaro. Si è portato via per sempre quel suo carattere garbato, composto e disincantato. Ai limiti del surreale. Si è portato via quell’accento svedese inconfondibile, che ha resistito stoicamente a 50 anni di frequentazioni italiane. Si è portato via per sempre quell’ironia leggera come un fiocco di neve, quella saggezza popolare che stringe amicizie con il buonsenso.

Nils Liedholm, lo possiamo dire a voce alta, ha fatto la storia del football. Prima come calciatore: chi non ricorda il trio Gre-No-Li? Formato dai leggendari Gren, Nordahl e, naturalmente, da lui: Nils. Famoso per la precisione chirurgica dei suoi passaggi. Era un calcio lento ma armonioso e romantico. Tutto l’opposto di quello che vediamo oggi. Da allenatore, se possibile, Liedholm è stato ancora più grande. Fu proprio lui ad introdurre in Italia il gioco a zona, guadagnandosi gli strali di una critica conservatrice. Però la sua Roma giocava divinamente e c’è il suo marchio di fabbrica nel secondo scudetto dei giallorossi. Una curiosità: un mago gli aveva predetto la sconfitta nella famosa finale di Coppa Campioni contro il Liverpool. E forse Nils, scaramantico dalla testa ai piedi, gli aveva creduto davvero.
Roberto Bortoluzzi, 86 anni, mitica voce di “Tutto il calcio minuto per minuto”, ha chiuso la veranda della propria vita in quel di Nervi. Si è portato via per sempre quel suo tono energico e risoluto, la magia di una voce che ti entrava nell’anima. Si è portato via un calcio carico d’immaginazione e gravido di sogni. Un calcio fatto di brevi collegamenti radiofonici, di interruzioni che facevano battere forte il cuore. Si è portato via il calcio della nostra fanciullezza. Il calcio delle figurine Panini, di Enrico Ameri, Sandro Ciotti. Un calcio che rimarrà per sempre aggrappato ai bordi della nostra anima.
Enzo Biagi, 87 anni, uno dei più grandi giornalisti italiani, un punto di riferimento assoluto per quei pochi che ancora considerano il giornalismo una missione, ha fermato il treno della sua esistenza. Si è portato via il suo rigore morale ed il suo umorismo lieve. Si è portato via la sua dignità straordinaria, che gli consentiva di ribellarsi ogni volta alle prepotenze del potere. Si è portato via quel suo modo pacato di osservare vizi e virtù di un mondo che amava attraversare come un fiume, da testimone del tempo. Si è portato via la scorrevolezza di una scrittura semplice ma mai banale. Si è portato via un giornalismo che sapeva separare i fatti dalle opinioni. Si è portato via frasi che rimarranno per sempre scolpite nei muri della nostra memoria. Eccone un paio.
“Le verità che contano, i grandi principi, alla fine, restano sempre due o tre: quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino”.
“Siamo diventati gente che alterna le vacanze con le ferie”.
 Ci sembra ingiusto che tutto finisca così all’improvviso. Oggi abbiamo solo voglia di rifugiarci nel sottoscala dei ricordi. Al riparo dall’insopportabile brusio del mondo.

Novembre 2007 – Tratto dal libro “La Juve nel Paese di Giralaruota”.

Al processo di Biscardi

Questa sera, dalle 21 in poi, sarò ospite del Processo di Biscardi. La trasmissione è visibile sul canale 53 del digitale terrestre. Se non lo trovate, dovete rifare la sintonizzazione automatica. Tengo a specificare che non intendo rappresentare nessuno, se non me stesso. Come sempre cercherò di difendere la verità e la memoria storica.

Recensioni Guida alla Premier League-Liga-Bundesliga

In questo post pubblicherò tutte le recensioni del mio ultimo libro “Guida alla Premier League-Liga-Bundesliga”.

Dal sito Goal.com

E’ uscita l’edizione 2014/15 dell’almanacco curato da Renato La Monica. Un vademecum completo e irrinunciabile per tifosi e addetti ai lavori.

Nel 2014, con internet che ti fornisce in tempo reale ogni dato possibile e immaginabile, hanno ancora senso gli almanacchi cartacei? La risposta è sì, assolutamente sì, e non solo per qualche eccentrico collezionista. Per questo l’uscita della “Guida alla Premier League, alla Liga e alla Bundesliga 2014-2015”, curata dallo scrittore e blogger Renato La Monica, si propone come un insostituibile vademecum per orientarsi attraverso i tre principali campionati europei, ranking UEFA alla mano.

Con lo stile tipico degli almanacchi, vengono raccolte e ordinate le schede di oltre 1000 calciatori tesserati per le squadre più importanti di Inghilterra, Spagna e Germania, mentre delle sezioni più discorsive arricchiscono la presentazione riassumendo le informazioni essenziali dei 58 club e di altrettanti allenatori. Chiarezza delle informazioni, rigore statistico e una grafica azzeccata consentono al lettore di orientarsi al meglio nella miriade di dati, aggiornati all’ultima sessione di mercato. Un volume fondamentale per i giornalisti di calcio, ma anche per i semplici appassionati, ormai sempre più preparati, competenti ed esigenti.

Renato La Monica – Guida Premier League, Liga, Bundesliga, edizioni Luoghi interiori, 19 euro

http://www.goal.com/it/news/7079/libri-di-calcio/2014/10/07/5164755/la-guida-premier-league-liga-bundesliga-un-irrinunciabile?ICID=HP_BN_2

Dal sito del Guerin Sportivo

Tutto quello che non avete mai osato chiedere sui tre campionati più seguiti del vecchi continente lo trovate in Guida alla Premier League, Liga e Bundesliga, il 15° libro di Renato La Monica, blogger e scrittore di football. Si tratta di un annuario di 320 pagine, che riesce a coniugare forma (grafica colorata e accattivante) e sostanza (le carriere anno per anno di 1000 calciatori, i profili dei 58 clubs e le schede di tutti gli allenatori) utilizzando le armi della competenza e del rigore. Il libro è un omaggio alla memoria di Alfredo di Stefano e Eusebio da Silva Ferreira, due splendidi interpreti di quel calcio romantico fortemente rimpianto dall’autore. Un calcio che, probabilmente, non tornerà più. Il football con le maglie numerate dall’uno all’undici, con le esultanze sobrie e composte dopo una rete, senza tatuaggi e creste improbabili. La prefazione, curata da Roberto Beccantini, aggiunge ulteriore spessore ad un volume che non dovrebbe mancare nelle librerie dei veri appassionati di calcio. Perché Guida alla Premier League, Liga e Bundesliga è il navigatore ideale per non smarrirsi nel traffico caotico dei campionati più seguiti del vecchio continente. Puro piacere per chi segue il calcio estero e strumento di lavoro utile per gli addetti ai lavori. Con questa guida, edita da Luoghi Interiori, Renato La Monica, ribadisce la sua estrema affidabilità in tema di calcio estero. Del resto il suo archivio, massiccio e sempre aggiornato (le schede di oltre 10 mila calciatori, con un occhio di riguardo per i talenti emergenti) è una garanzia assoluta. Con queste premesse, Guida alla Premier League, Liga e Bundesliga, non dovrebbe avere problemi a emulare i successi ottenuti dall’autore con “Coppa Campioni Story” e “World Cup Story” entrambi pubblicati da Curcio.

http://blog.guerinsportivo.it/blog/2014/10/22/guida-alla-premier-league-liga-e-bundesliga/

Quello che direbbe uno statista

Italiani, per usare un francesismo, siamo nella merda. Per uscire dal pantano dobbiamo collaborare e restare uniti. Per questo vi propongo un vero cambiamento. Ma i primi a dare l’esempio dobbiamo essere noi politici.

Quindi, da domani, basta privilegi e corsie preferenziali. Abbatteremo i costi della politica e delle istituzioni. Combatteremo strenuamente la corruzione ed il malaffare. Manderemo in galera i ladri e faremo in modo che alle urne si presentino soltanto persone idealiste. Il mio motto sarà: pochi annunci e tanti fatti. Non più di un’apparizione televisiva al mese. Social network usati con parsimonia. Massimo rispetto per le opposizioni.

Il primo punto del mio programma è: sostenere le fasce più deboli. Le persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Il denaro si trova. Non bisogna tagliare i servizi, ma gli sprechi. Sradicare la rete criminale che sta distruggendo il nostro Paese. Niente più aiuti alle banche, ai giornali e ai soliti noti. Ristrutturare la Rai. Basta una rete pubblica, senza pubblicità e slegata dai partiti.

Riformeremo la giustizia. Processi più corti e certezza della pena per chi delinque. Niente prescrizione e ripristino del falso in bilancio. Giudici e magistrati senza smanie di protagonismo e presenzialismo. Per svolgere certe professioni serve il basso profilo. Vi prometto che ripristineremo la meritocrazia e la sobrietà, valori imprescindibili per cominciare un ciclo finalmente virtuoso.

Saremo attenti ai bisogni degli anziani, ma abbiamo tutte le intenzioni di assicurare un vero futuro ai giovani. La scuola va riformata da capo a piedi, restituendo linfa e risorse agli insegnanti. Useremo la tecnologia ed il buonsenso.

Affronteremo seriamente il problema dell’immigrazione. Frontiere aperte per chi ha un lavoro e per quelli che hanno voglia di trovarlo. Massimo rigore con quelli che vengono nel nostro Paese solo per ingrossare le fila della criminalità organizzata.

Ci vorranno anni ma – sono fermamente convinto – con il vostro aiuto ridaremo a questo posto dignità e prospettive. Il mio obiettivo non è certo quello di piacere a tutti. Non mi interessa. Quello che mi sta a cuore è fare qualcosa di utile per il mio Paese. Il Paese dove sono nato e cresciuto. Il Paese che ho visto depredare da politici senza scrupoli e partiti sempre più ingordi.

Non sono qui per soldi e nemmeno per ambizione personale. Per vivere mi bastano un normalissimo stipendio e una modesta dimora. Rimarrò solo fin quando sentirò la stima e l’affetto della maggioranza della gente. E adesso basta chiacchiere. Da oggi si lavora per il cambiamento. In silenzio.

Mi ritorni in mente

Il 9 Settembre di 16 anni fa, se se andava il più grande autore di canzoni della storia della musica italiana. I suoi pezzi, timbrati dalla sua voce affascinante anche se tecnicamente non ineccepibile, avevano il fascino dell’innovazione. Avanti anni luce rispetto ai suoi colleghi, Lucio ci ha lasciato un patrimonio inestimabile di brani senza tempo. Canzoni che hanno attraversato gli anni settanta con la forza di un uragano, migliorando l’orizzonte e rendendo quindi meno amara la nostra vita quotidiana. Personaggio schivo ed anticonformista, Lucio odiava i riflettori e l’ipocrisia di chi l’aveva etichettato come un cantante di destra. Perchè Lucio Battisti era, semplicemente, un genio. E, si sa, i veri talenti non hanno colore.

Gaetano

Sono passati 25 anni ma sembra ieri. Ricordo nitidamente l’annuncio in diretta di Sandro Ciotti. Il destino aveva scelto come bersaglio proprio te, uomo esemplare e figura professionale di enorme spessore. Forse un giorno ci incontreremo nell’hotel del tempo, un posto dove non servono parole e nemmeno valigie. Bastano i ricordi. Ciao, immenso capitano.

Il pagellone del Mondiale

Thomas Muller, voto 10 – Il giocatore simbolo del Mondiale. Sa fare tutto, possiede piedi sinfonici e  corre come un keniota sugli altipiani. Averne di raccattapalle così…

Manuel Neuer, 10 – Vita spericolata: dentro e fuori dai pali. Portiere irreprensibile e libero vecchia maniera. Jongbloed, oggi 73enne, avrà apprezzato parecchio.

Mats Hummels, 9,5 – Superarlo nell’uno contro uno è complicato come il trucco mattutino di Paola Ferrari. Grinta da cacciatore di taglie, ricorda il miglior Jurgen Kohler. Ma con piedi infinitamente migliori.

Miro Klose, 9 – Come nel libro di Oscar Wilde (riveduto e corretto) lui non invecchia, il ritratto di Lotito si. In mezzo ad attaccanti che hanno all’attivo più tatuaggi che reti, lui, sempre a disagio nell’inciviltà dell’immagine, fa ancora la sua bella figura.

James Rodriguez, 9 – Con il suo mancino ha dipinto paesaggi calcistici suggestivi ed incontaminati. Solo un domanda: per quale oscuro motivo uno dovrebbe pronunciare il suo nome di battesimo (inglese) alla spagnola?

Mario Gotze, 9 – Ha rischiato di perdersi nelle periferie del football, travolto dal trasferimento che gli ha cambiato la vita. La scintillante prodezza del Maracanà ha provveduto a rimettere Mario al centro del villaggio globale.

Arjen Robben, 9 – Van Gaal gli ha cucito addosso il vestito giusto: da ala classica a calciatore a tutto campo. I primi ad accorgersene sono stati gli avversari. Che lo stanno ancora cercando…

Louis Van Gaal, 8 – Col tempo si è addolcito, abbandonando dogmi e massimalismo tattico. Per fortuna non ha perso nulla in termini di genialità e anticonformismo.

Ezequiel Garay, 8 – Uno dei difensori centrali più affidabili in assoluto, e non da oggi. Nulla a che spartire con i vari Bonucci, Ogbonna e Ranocchia. Imbattibile nel gioco aereo, ha appena firmato un contratto di 5 anni con lo Zenit. Costo dell’operazione? La bazzecola di 6 milioni.

Lionel Messi, 7 – Anche Johan Cruijff, pur avendo una squadra passata alla storia del calcio, non ha vinto il Mondiale. Vincerlo aggiunge qualcosa, non vincerlo lascia tutto inalterato. E provate a discutere i numeri di Messi. Bisogna avere lo stesso fegato di chi guarda Uomini e Donne.

David Luiz, 6 – Ha una personalità grande come il Maracanà, ma un senso della posizione da calcio amatoriale. Eppure è stato tra i meno peggio del Brasile…

Paul Pogba, 5 – Quando il gioco si fa duro e il livello degli avversari sale, lui, puntualmente, sparisce dal campo. Dopo il flop nelle coppe europee, ha concesso il bis in Brasile. Se lui è il miglior giovane del torneo, io sono Brad Pitt.

Eden Hazard, 4 – Tecnica mostruosa, cattiveria agonistica molto limitata. L’esatto contrario di Andrè Schurrle, voto 7.

Telecronisti e seconde voci Sky, 3,5 – Tirarsela meno e studiare di più. A parte Federico Buffa, il deserto.

Arbitri, 3 – Le disposizioni della FIFA, nota associazione benefica, erano chiare: fischiate lo stretto indispensabile. Che è un po’ come se l’istruttore di scuola guida dicesse all’aspirante patentato “frena il meno possibile”. Infatti, ancora una volta, sono stati tollerati falli da codice penale. Quando si dirà ai direttori di gara di arbitrare con senso della giustizia, sarà sempre troppo tardi.

Don Cesare Prandelli, 2 – Prima mette sul piedistallo Balotelli, costruendogli attorno la squadra, poi a fine corsa, lo scarica come nemmeno Paris Hilton con i suoi amanti. Senza parlare del codice cotica. Perché l’etica è un’altra cosa.

Gigi Tabaccaio Buffon, 1 – Principale responsabile della disfatta contro Costarica, per depistare l’attenzione si è inventato un monologo contro i compagni più giovani. Visto che ormai esce solo con la D’Amico, perché non si dedica full time alle scommesse?

Telecronisti e seconde voci Rai, 0,5 – Ed è un voto di stima.

Fred Chaves Guedes, 0 – Non è bello sparare sulla Croce Rossa. Ma il centravanti della Croce Rossa avrebbe fatto meglio di lui.

Mario Bullotelli, sottozero – La foto che lo ritrae con il fucile in mano sintetizza magistralmente la sua splendida carriera. Sui social network.

Antonio Cassano, sottozero – Altri neuroni in libertà. Purtroppo non vigilata.

Jingle Sky, sottozero – Uno strumento di tortura degno di Guantanamo.