Il 25 Novembre di 14 anni fa se ne andava uno dei calciatori più geniali di tutti i tempi. Un grande artista del pallone che, come tutti gli artisti, era insofferente alle regole e nemico giurato della banalità.
George Best, uno dei pochi che valeva il prezzo del biglietto, era un vero anticonformista in un mondo (quello del calcio) tra i più conformisti. George Best ha scansato per anni avversari, tatticismi e luoghi comuni, godendosi ogni istante come fosse l’ultimo. La sua vita, condotta sui binari dell’autodistruzione, è stata come una poesia: breve ma intensa. Di lui rimarrà per sempre quel dribbling irripetibile, disperso tra fiumi d’alcol e legioni di bellezze femminili. E anche la sua splendida ironia, racchiusa in questa frase “Nel 1969 ho dato un taglio a donne e alcol. Sono stati i venti minuti peggiori della mia vita”.
Archivio mensile:novembre 2019
A proposito di curiosità…
“Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso”, diceva Albert Einstein. Ecco, la curiosità è un segno d’intelligenza, la giusta combinazione per aprire la cassaforte della conoscenza. Essere curiosi, fare e farsi domande, interrogare e interrogarsi, aiuta a comprendere la realtà. E’ importante anche avere una certa curiosità verso le persone. Una sana curiosità, che non deve mai scadere nella morbosità e nell’invadenza. Naturalmente, per comprendere le persone, la curiosità non basta. Occorre decodificare il linguaggio del corpo, affidarci al rigore della fisiognomica. Solo così possiamo capire se hanno l’acume e la sensibilità necessaria per non danneggiare il mondo. La curiosità è anche e soprattutto saper ascoltare. Solo così possiamo misurare la coerenza e memorizzare le promesse di una persona. Prima di attenderla all’inesorabile varco dei fatti.