La notizia del giorno, per alcuni, è: Italia fuori dai Mondiali. Ma che notizia è? Masticando un po’ di calcio, mi sarei meravigliato del contrario. Forse qualcuno non ha ancora capito che il calcio italiano è morto nel 2006, dopo il grande inganno di Calciopoli. L’ultimo acuto è stato il titolo iridato ottenuto appunto undici anni fa. Poi il nulla assoluto. Il nostro football è ormai scaduto a livelli da calcio amatoriale. Basta guardare qualche partita di campionato per rendersene conto. La colpa non è – come molti sostengono – del numero spropositato di stranieri presenti nelle squadre di Serie A. Ma della diffusa mediocrità dei calciatori italiani. Molti di loro fanno i fenomeni solo nei cortili di casa nostra, per poi sparire quando varcano i confini nazionali. Vedi il caso di Immobile, non pervenuto con Borussia Dortmund e Siviglia e oggi “miglior” attaccante in dotazione a Ventura. Quest’ultimo è ovviamente diventato il capro espiatorio del fallimento, secondo la tipica usanza italica di prendersela con il più debole. In verità, di fronte alla pochezza di certi interpreti, neppure Guardiola avrebbe saputo fare meglio. E il futuro sembra ancora meno roseo del presente. Soluzioni? Azzerare tutto. Ripartire da un tecnico straniero. Uno che sia svincolato dalle logiche spregevoli del nostro calcio. E mettere un ex calciatore, tipo Zoff e Rivera, al posto dell’impresentabile Tavecchio.
La non notizia del giorno.
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