L’addio di Gerrard

L’esistenza di Steven Gerrard è rimasta profondamente segnata dalla scomparsa del cugino Jon-Paul Gilhooley, una delle 96 vittime della strage di Hillsborough, avvenuta il 15 Aprile 1989. All’epoca, Gerrard, un anno più giovane di Jon-Paul, era già entrato nell’academy della sua squadra del cuore: il Liverpool.

Fu il tecnico francese Gerard Houllier a portarlo in prima squadra, facendolo debuttare in Premier League a fine novembre 1998. Da quel momento, nonostante diversi infortuni, Steven non ha più mollato la presa, fino a diventare capitano ed uomo simbolo dei reds. Una fedeltà messa a dura prova nel 2005 dalle insistenti avances del Chelsea di Roman Abramovich, disposto a spendere cifre iperboliche pur di assicurarsi i servigi del centrocampista. Proposte respinte soprattutto per la ferma opposizione del padre di Gerrard, acceso sostenitore dei reds. Con quel rifiuto Steven si è guadagnato l’amore eterno dei tifosi del Liverpool che, in un recente sondaggio, l’hanno posizionato al secondo posto (dietro Dalglish) nella classifica dei calciatori più amati di tutti i tempi.

In fondo qualche soddisfazione è arrivata anche con i reds, tra cui spicca la Coppa Campioni vinta nel 2005 ad Istanbul. Nella sua autobiografia, uscita nel 2006, Gerrard ha voluto ricordare il cugino con la toccante dedica “Io gioco per Jon-Paul”.

Tratto dal mio libro “Coppa Campioni Story”, Curcio editore.

Ps: ieri pomeriggio, dopo 17 anni, 709 partite ufficiali e 184 reti, Steven ha salutato per l’ultima volta il pubblico di Anfield. Un addio che strappa al calcio una delle sue ultime, scintillanti, bandiere.