L’allenatore ansiogeno

Sono celebrati, strapagati, a volte santificati. Quando va bene si prendono meriti e medaglie, togliendo la scena a quelli che dovrebbero essere gli attori principali. Quando va male vengono accompagnati all’uscita. A calci nel sedere oppure dolcemente, dipende dallo Zamparini di turno. In questo blog mi sono già occupato di loro. Torno sull’argomento per descrivere una figura che sembrava tramontata e che invece sta prendendo il sopravvento nel calcio isterico e volgare di oggi: l’allenatore ansiogeno. Si tratta di un personaggio che staziona a bordocampo per tutti i novanta minuti della partita, stressando i propri calciatori con disposizioni e ordini inutili come i programmi di Giuliano Ferrara. Più agitato di un cocktail, protesta continuamente con arbitro e quarto uomo, rivendicando un corner non concesso alla sua squadra durante il fondamentale Nocerina-Solbiatese. Sempre sull’orlo di una crisi di nervi, risponde in maniera piccata all’unico giornalista che gli pone una domanda discretamente intelligente (scomoda sarebbe sconveniente per la categoria), gridando al complotto per un rigore che tutti quanti hanno visto. Dopo duecento replay. A questo signore, che avvelena i pozzi del calcio e distrugge il talento dei calciatori, bisognerebbe spiegare alcuni concetti, elementari anche per Pippo Franco e Dj Francesco. 1. L’allenatore, quando è veramente in gamba (e quelli bravi si contano sulle dita di una sola mano) non incide mai oltre il 25% sulle fortune di una squadra. 2. Le partite si preparano prima di entrare in campo e si correggono (eventualmente) durante l’intervallo. 3. I calciatori vanno responsabilizzati, motivati e non troppo assillati tatticamente. Altrimenti, e questo vale soprattutto per quelli più dotati tecnicamente, si corre il rischio di snaturarli. 4. A determinare le vittorie – da quando esiste il football – sono i fuoriclasse e non gli allenatori. Nessun tifoso del Barca, dovendo scegliere tra Messi e Guardiola, opterebbe mai per il secondo. 5. Più che riempirsi la bocca di moduli  e schemi – dovendo gestire rose di 25 calciatori – bisognerebbe avere l’accortezza di leggere  qualche buon libro di psicologia.