Oggi voglio ricordare Gesualdo Bufalino, scrittore e poeta siciliano acuto ed irriverente, dallo stile inconfondibile, arrivato al successo letterario in età avanzata (61 anni) grazie allo strepitoso “Diceria dell’untore”, in cui racconta una degenza in sanatorio nel primo dopoguerra. Bufalino, nato a Comiso nel 1920, è morto in un incidente stradale il 14 Giugno 1996. Abbiamo scelto di ricordarlo riproponendo alcuni suoi aforismi.
Ho imparato a non rubare ascoltando Mozart.
L’amore, nella maggior parte dei casi, è soltanto un prestito con cauzione.
La vecchiaia comincia il giorno in cui, invece di scrivere a una donna, le telefoniamo.
La felicità esiste. Ne ho sentito parlare.
Tutte le rivoluzioni cominciano per strada e finiscono a tavola.
In un mondo d’arrivisti buona regola è non partire.
Dovetti scegliere tra morte e stupidità. Sopravvissi.
I vincitori non sanno quello che perdono.
Come ogni brutto sono sempre stato oggetto di passioni disinteressate.
La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello.
Un sociologo è colui che va alla partita di calcio per guardare gli spettatori.
Diffidate degli ottimisti, sono la claque di Dio.
Conviene a chi nasce molta oculatezza nella scelta del luogo, dell’anno, dei genitori.
Ricordiamo a lungo chi abbiamo amato, meno a lungo chi ci ha amato.
Capita a volte di sentirsi per un minuto felici. Non fatevi cogliere dal panico: è questione di un attimo, poi passa.
Ci sono due cose che esigono una buona salute per essere fatte: l’amore e la rivoluzione.