Questo è un Paese sguaiato. Tutti gridano, tutti strepitano, tutti fanno confusione. Strilla la tv discarica, coi suoi programmi spazzatura e i suoi eroi di plastica. Strillano i giornali, titoloni a nove colonne per raccontare il nulla che ci circonda. Strillano i politici, spesso per sfuggire alle larghe maglie della giustizia. L’Italia è diventata come un martello pneumatico: 130 decibel sparati ininterrottamente dentro le nostre orecchie. Tutti parlano ma pochi hanno veramente qualcosa da dire. Tutti parlano e nessuno ascolta. Ormai esisti solo se alzi il tono della voce. Ovviamente per sparare stronzate sesquipedali. Viceversa, quelli che urlano per attirare l’attenzione sulle cose veramente significative non vengono mai presi sul serio. In questo luogo sempre più incivile, abitato da persone prive di memoria storica, è più comodo mettere in prima pagina l’ultimo discorso di Montezemolo oppure le dichiarazioni sempre uguali di Bossi, Casini e Bersani. I problemi si evadono anche sbattendo in copertina il presunto mostro di turno. E pazienza se poi risulterà innocente: nessun tribunale potrà mai togliergli il marchio infamante della santa inquisizione mediatica. Fateci caso, il 70% delle notizie che trovate sui giornali non sono fatti ma opinioni travestite da fatti. Forse c’è un solo modo per rispondere al rumore: la musica del silenzio. Non è mai troppo Biscardi per rifiutarsi di partecipare al dibattito.
La musica del silenzio
Risposta